Seguendo sui diversi canali l’arrivo della Costa Concordia a Genova si riscopre il gusto di un giornalismo di reportage tradizionale. Mentre i genovesi affittano i loro terrazzi a 400 euro e oltre, predisponendo già le tariffe a lungo termine in vista dei lavori di smantellamento, le troupe televisive sono impegnate da giorni nella ricerca della barca migliore dalla quale seguire la nave, la terrazza più ospitale, il punto di vista più suggestivo. Si apprezzano le parole di giornalisti minimamente ferrati in termini marinari, si capisce immediatamente che altri, invece, proprio non riescono a codificare quello che vedono. Il tratto comune è un tono appassionato e appassionante, ed è per questo che apprezzo questa grande interpretazione mediatica che si sta celebrando. In epoca digitale possiamo seguire in tempo reale lo spostamento del relitto sulla carta di Google Maps e, contemporaneamente, visualizzare la presenza di tutte le altre barche di supporto su marinetraffic.com, con tanto di scheda anagrafica di ciascuna. Eppure, le immagini tradizionali riprese da una barca, da un’altura, da un molo del porto, vincono a man bassa. Siamo persone, e in quanto tali apprezziamo maggiormente immagini create da persone ai rendering digitali.
La vicinanza con Genova poi fa il resto. Scorgere dalle riprese televisive le sagome di monti conosciuti verso ponente è suggestivo e piacevole. In questa battaglia mediatica, soprattutto in queste prime ore del mattino, vince Rai News 24, con le sue immagini riprese lateralmente da una barca a vela verso Ponente. Poi metto Primocanale con le sue riprese dalla terrazza dei suoi studi: pochi mezzi tanta passione. Poi tutti gli altri, con menzione per l’inviato TG Com 24 di Mediaset sul molo del porto di Voltri: competente, pacato e informato.
Non so…secondo me è una bella pagina di giornalismo.