È notizia di oggi (La Stampa del 13 marzo 2011) il ritorno del mercato settimanale altarese, a partire dalla prossima settimana, nella vecchia sede di Via Restagno. La sperimentazione di Piazza Vittorio Veneto, durata pochi mesi, è stata quindi fallimentare. I motivi non hanno a che fare con il futuro progetto di ristrutturare la piazza, bensì direttamente con il merito: la nuova collocazione non è piaciuta nè ai cittadini, nè agli ambulanti!
Con tutta la delicatezza possibile, considerato che l’ambiente altarese, a destra come a sinistra, ha una concezione della libertà d’espressione molto più restrittiva di quella rimproverata da alcuni a livello nazionale a Berlusconi (tanto per fare un esempio), cerchiamo di fare due semplici considerazioni.
Durante una riunione convocata appositamente dall’amministrazione comunale prima dello spostamento, i commercianti e gli artigiani altaresi, alla “quasi” unanimità (il “quasi” si riferisce agli operatori che non partecipano alle riunioni e danno la delega ad un collega e a pochi altri), avevano espresso, con tanto di comunicato ai giornali, perplessità molto sensate: sovrapposizione di servizi pubblici in una piazza già carente di parcheggi di per sè, inutile complicazione della chiusura di un’arteria importante come Via Mallare, che serve direttamente e collega la zona industriale al centro, svuotamento delle aree periferiche, scarso incentivo a percorrere Via Paleologo e la bellissima Piazza del Consolato a piedi per recarsi nella zona strategica di Villa Rosa col suo Museo del Vetro.
C’era anche una ragionevole (e ragionata) controproposta, tra l’altro sempre valida: facciamo il mercato in Piazza del Consolato, così recuperiamo molte decine di parcheggi in Via Restagno per far vivere e respirare meglio il mercato facilitando l’accesso anche ai “forestieri”. Nulla.
Altra cosa: le opposizioni si erano immediatamente impossessate delle osservazioni dei commercianti per farne una bandiera politica contro l’Amministrtrazione, con tanto di articoli a stampa. E questo non è bello.
Scrivendo queste righe da persona certa fin dall’inizio che si stava commettendo un errore, traggo queste conclusioni: nessuno può pensare di impedire ad un’amministrazione regolarmente eletta di compiere le sperimentazioni che ritiene opportune. In casi come questo però è evidente che l’insolita unanimità di pensiero dei commercianti in merito ad una questione doveva in qualche modo innalzare da subito l’attenzione dell’amministrazione. Sarebbe infatti opportuno riconoscere la capacità degli operatori economici al dettaglio di “sentire” il polso delle esigenze commerciali dei cittadini, insieme alla radicata sensibilità in merito alla vitale necessità di rendere vive tutte le vie del paese. Non tutte le opinioni discendono da interesse politico e questa vicenda ne è lampante dimostrazione: quando una categoria partecipa a una riunione e si trova d’accordo su un consiglio importante da dare all’amministrazione per evitare un errore di valutazione, beh, forse questo consiglio andrebbe approfondito meglio.
E voi che cosa ne pensate?